Le agenzie immobiliari e l’Home Staging
Per chi esercita o per chi si lancerà nel dorato mondo dell’Home Staging le agenzie immobiliare saranno e dovranno essere sempre un importante punto di riferimento.
Lo dice spesso la nostra docente, Paola Marella, ma concordiamo anche noi: soprattutto il novello professionista dovrà cercare con insistenza la collaborazione con le agenzie immobiliari. E allora abbiamo pensato bene di redigere un piccolo Manuale, tra il serio e il faceto, che presenta e racconta le varie tipologie di aziende immobiliari con relativi agenti…
C’è l’agenzia in stile palladiano. Con stucchi, marmi ed affreschi. Palladiano perché probabilmente, come ho letto recentemente su Twitter, il designer che l’ha studiata era quantomeno contemporaneo del grande architetto padovano…!
C’è l’agenzia “tecnologica”. Dominata da fumi & raggi laser e diavolerie “hi-tech”. Qui sarà molto facile trovare una vetrina con touch screen, computer in ogni dove, rendering degli alloggi, e tablet sparsi sulle scrivanie manco fossero temperamatite.
C’è l’agenzia “anni ’70”. Quella dei “nostalgici”. Un po’ “flower power” con un immancabile gatto al suo interno. O cane, ma dotato di bandana, il particolare è importante. La musica di sottofondo è un po’ psichedelica, con concessioni al gusto “discodance”, ma solo come distrazione estemporanea. I colori sono accesi. Il giallo domina.
C’è l’ufficio del “franchising anni ’80”. Retaggio della grande espansione delle agenzie immobiliari “federate” avvenuta a suo tempo. Il decor è un po’ stantio, un po’ ingessato. C’è molta plastica. Molti colori chiari, ma non più brillanti. L’insegna è sbiadita, e celebra i fasti che furono. L’insegna reca un logo improbabile. Disegnato in illo tempore da un grafico sotto l’effetto di sostanze proibite.
C’è l’agenzia “minimal”. Laddove trionfa lo zen. Lo zen e l’arte di vendere case. Sarà frequente avere difficoltà a identificare la scrivania dal pavimento. Gli orientali amano svaccarsi per terra. L’agenzia minimal è dotata di giardino (zen). Ove poter conciliare i propri pensieri. I portapenne hanno un design incredibile, aeronautico. Se portati nella galleria del vento avrebbero un CX migliore dell’ultima RedBull di Formula 1.
Vediamo poi l’ufficio “avventizio”. Ossia precario. Precario perché improvvisato. Ci sono tanti neofiti nel nostro mestiere. Ed è giusto iniziare da qualche punto, da qualche parte. Ma occorre sempre un piano e una preparazione adeguata.
Ci sono poi le agenzie “comuni”, senza giocoforza voler dare una connotazione negativa al termine.
Che sono fortunatamente la maggior parte. Che hanno bisogno di restyling. Di ri-posizionamento. Di migliorie, certo. Ma che sono sul mercato. Ci stanno. E ci staranno. Per starci meglio potranno cogliere qualche spunto da queste nostre pagine.
Perché, volenti o nolenti, (anche) l’abito fa il monaco.