Home Staging: il ritorno del cocciopesto
Una tecnica antica, particolare e naturale adatta prevalentemente per i muri umidi (uno dei problemi più grandi all’interno di un’abitazione e che rende la casa completamente invendibile), è quella dell’utilizzo del Cocciopesto.
Il Cocciopesto è un miscuglio ideale a rivestire pavimentazioni e pareti sia esterne che interne, formato da calce e polvere finissima o meno di laterizi triturati come: tegole, cocci, piastrelle o mattoni.
Avendo al suo interno tale polvere e frantumi, risulta quindi essere molto assorbente nei confronti dell’umidità. Posando poi diversi strati, uno sull’altro, senza pressarli troppo per lasciarlo traspirante, di questo materiale, dalla graniglia di diverse misure, si ottiene un risultato eccellente e persino un particolarissimo operato estetico, originale e usato dai tempi più antichi.
I Romani, infatti, ne facevano già buon uso nella loro architettura e soprattutto per rivestire le pareti esterne di ponti e acquedotti e lo chiamavano Opus Signinum in quanto il Cocciopesto pare essere stato inventato dai Fenici a Signa, paese oggi in provincia di Firenze ma definito anticamente – nei pressi di Roma -.
Si preoccupavano già dell’importante processo di granulometria e lo piazzavano in metodi, all’epoca, studiati e provati più e più volte.
Opere romaniche di grande ingegneria che possiamo tutt’oggi ammirare anche noi in quanto hanno resistito negli anni e sono presenti in tutta Italia. Oltre ad essere idrorepellente, questo materiale edilizio ha anche tanti altri vantaggi, primo fra tutti la facilità di fabbricazione in quanto, com’è stato descritto, è una poltiglia che viene a crearsi semplicemente con calce/malta e laterizi triturati.
Ha quindi anche, di conseguenza, un costo basso, utile proprio per chi deve provvedere a risolvere un problema che, probabilmente, gli è già costato caro.
Sarà per questo motivo che le grandi industrie non lo riconosco più come elemento dell’edilizia?
Nel nostro Bel Paese sono molti i centri storici ancora abitati ma, ahimè, racchiusi in se stessi come un guscio, risultano ricchi di umidità e poveri di luce e calore. Al contrario di altri intonaci, colmi di materie plastiche, che non fanno quindi traspirare i muri, questo può risultare essere davvero l’opzione ideale con la sua consistenza porosa.
E’ inoltre facile e veloce metterlo in posa perché permette di lavorare con calma e vuole solo essere bagnato di tanto in tanto, per una buona presa, come si usa fare per le basi dell’intonaco classico.
Strati di circa 1 cm, limati poi con movimenti circolari da un frattazzo o dalla cazzuola metallica per un risultato più liscio. Soltanto l’ultimo strato, quello più esterno, dovrà essere più sottile per non creparsi col tempo all’aria e quello sarà lo strato che, lavorato a seconda di come si preferisce, regalerà la fantasia scelta che, per comprendere, possiamo paragonare allo Stucco Veneziano.
Il Cocciopesto dura molto nel tempo mantenendo le sue qualità traspiranti e capaci di rendere bello l’ambiente, nuovo e particolare.
Infine, non si dimentichi che, a seconda della polvere utilizzata, quindi da quel che deriva, si può avere un Cocciopesto già colorato che non richiederà quindi un’ulteriore tinteggiatura. Un altro risparmio.
A seconda di come viene lavorato, può persino apparire lucido, donando così un aspetto fresco e pulito che si addice bene anche agli ambienti più eleganti o sofisticati. Ottenere tali risultati da quel che si definirebbe un materiale “povero” è semplicemente grandioso! E si effettua anche un perfetto riciclo. Pensateci quindi prima di portare in discarica i calcinacci e gli avanzi se state ristrutturando casa!
Con quel che costa poi… essendo questi considerati rifiuti speciali.
Un ritorno al passato quindi ma utile al futuro perché persiste, aiuta ma soprattutto rinnova in modo originale un immobile, donando ad esso un make up irresistibile che permetterà così una vendita sicura.