#03 – Giuseppe Franco: come scegliere il tuo percorso formativo
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- Date 6 Dicembre 2018
Come scegliere il tuo percorso formativo.
L’emozione di scegliere spesso ci fa prendere le decisioni sbagliate.
Invece quando dobbiamo scegliere un corso che segnerà il nostro futuro bisogna tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali. Oppure ricci di perdere tempo.
In questo episodio Sergio Poma, direttore Home Staging school©, si confronta con Giuseppe Franco, esperto di marketing, formatore e coach.
In questo episodio:
1) L’importanza della formazione
2) Gli elementi fondamentali considerare
3) L’elemento dimenticato da 90% degli allievi
(Trascrizione)
Buongiorno e benvenuti alla prima e unica Home Staging Radio Italiana. Un format agile e fruibile facilmente attraverso brevi pillole audio. Una domanda due chiacchiere e molti spunti.
Io sono Sergio Poma, direttore dell’Home Staging School e posso dire con orgoglio che siamo stati pionieri in Italia fondando nel 2009 la prima è tuttora unica scuola con un singolo core business: preparare professionisti homestager e da quel tempo non ci siamo più fermati e la passione continua,senza sosta.
Se siete qui è perché avete cominciato interessarvi allo Home Staging, a leggere,a farvi qualche idea o anche farvi venire qualche dubbio, curiosità, necessità di approfondimento.
Bene in questi minuti vogliamo condividere con voi alcune risposte. Abbiamo già rilasciato due pillole, di cui avevo parlato di che cos’è l’Home Staging, arrivando ad un concetto molto legato al business e al marketing immobiliare.
Abbiamo chiacchierato su cosa si deve fare per diventare homestager arrivando a definire due capisaldi:la professionalità e la dedizione.
A questo punto la domanda successiva sorge spontanea:come scelgo il percorso formativo in una fase di avvicinamento ad una professione,di avvio di una professione? E per cercare una risposta a questa domanda non banale, ho invitato un amico, un esperto di marketing, un informatore,un coach.
Buongiorno Giuseppe, grazie per essere qui con noi.. Vuoi presentarti e cominciamo ad entrare in questo bellissimo mondo della formazione?
Assolutamente sì,buongiorno a te, e a tutti quanti che ci stanno ascoltando,tra l’altro ho accettato molto volentieri questa intervista, e poi sono senza cravatta questa mattina, mi hai beccato in un momento delicato ero senza cravatta..Il bello dell’audio…
Esatto… meno male, meno male, lo dico a beneficio di chi ci sta ascoltando, perché generalmente io indosso sempre questa cravatta rossa perchè cosa faccio, quello che faccio è, sono un consulente di comunicazione:l’informatore come dicevi tu, e anche uno speaker che si occupa di tematiche legate alla comunicazione,e al marketing.
Per quanto riguarda la formazione e la consulenza quello che faccio è aiutare professionisti in questo caso parliamo di Home Staging,per acquisire e raggiungere più clienti con una comunicazione più convincente,una volta che però abbiamo stabilito qual è il marketing da seguire da fare,cioè un marketing preciso fatto sul singolo professionista.
Questo è quello che faccio generalmente, una cosa che ti aggiungo è il fatto che a questo, c’è la mia attività di divulgazione di cui parleremo in parte con te insieme, e ho anche il ruolo di allenatore e giocatore dico sempre: cioè il fatto di, dico sempre, si ok le strategie che racconto che condivido, le racconto alle persone che mi seguono ma le provo anche io. Quindi quello che faccio è condividere in prima persona quello che faccio come professionista. Ho detto tutto detto tutto, sono stato chiaro.
Hai detto tu, io dico di più…
Giuseppe è una persona che ha una sensibilità particolare verso quello che è l’impostazione,la preparazione, del,in qualsiasi ambito di professionalità.
E’ un pò il tema che ha guidato le prime due pillole: cioè di andare al di là degli stereotipi o delle definizioni da copertina, entrare nel merito di quello che è la sostanza perché di business si parla, quando si parla di business bisogna essere seri, profondi concreti, in tutte le cose che ci insegnano e nelle cose che si apprendono.
Giusto Giuseppe ? Assolutamente si, tra l’altro aggiungo una cosa; io sono tra gli insegnanti di Home Staging School, ma non lo dico per questo, ma lo dico semplicemente per dire che non sono un Home Stayer di professione, sono appunto un comunicatore, un formatore come dicevi tu,e questa cosa mi da anche la possibilità di essere al di sopra delle parti delle volte nei confronti di chi mi segue,di chi mi ascolta perché riesco anche a dare un punto di vista che lontano è spesso da quello che viene visto : cioè il fatto che non si deve stare a immagini,copertine come dicevi tu ma soffermarsi sulla professione.
Perché giustamente stiamo parlando di business, e a delle volte per quanto possa essere divertente, perché per carità, può essere anche divertente, ma ci sono dei contesti in cui dobbiamo agire in un dato modo, in un dato modo che non è quello che vediamo solitamente, che ci viene raccontato.
Per quanto riguarda invece, passo alla tua domanda,ci siamo dilungati un pò, ma passo alla tua domanda, di come dobbiamo scegliere, inc he modo dobbiamo scegliere il corso di formazione come ci dobbiamo muovere. Ci sono tre punti secondo me sui quali dobbiamo soffermarci: che non hanno ovviamente la pretesa di essere la ricetta magica o la soluzione definitiva. Sono tre direttive,tre indicazioni che secondo me sono utili soprattutto quando dobbiamo comunicare e trovare delle strategie e farsi conoscere sul mercato, e parliamo ovviamente ripeto e ribadisco il concetto di business.
Il primo punto è l’obiettivo:l’obiettivo è fondamentale inteso non come obiettivo da stampare da attaccare sui muri e farci vedere che abbiamo fatto obiettivo,no,è semplicemente l’obiettivo più concreto.
Io sono un professionista o sono un aspirante home stager in questo caso,che cosa devo fare ? Che l’intenzione ho ? Come mi devo muovere ? Cioè io voglio farne una professione o voglio fare l’Home Staging della domenica? Non so, ma senza nulla togliere a chi pensa di fare così, di agire in in questa maniera:non c’è nulla di male per carità, il discorso è che se io ho voglio muovermi in ambito professionale devo ovviamente individuare le nozioni e il percorso che si avvicino a quelle caratteristiche.
Non può essere un corso una tantum di qualche ora non può essere un’attività legata a sfogliare qualche rivista, a guardare qualche foto che mi piace e quindi identificarla come professione. No assolutamente,ecco quindi questo è l’obiettivo: deve essere dentro di noi ribadisco il concetto per chi sta ascoltando.
Sergio credo che tu sia d’accordo, il fatto di: non c’è nulla di male da scegliere una o l’altra cosa la cosa invece è fondamentale io che cosa voglia di fare professione,ok, individuo il corso che ha quelle indicazioni di percorso è meglio dire che mi da quelle indicazioni il secondo punto sulla quale mi soffermo e che soprattutto vedo anch’io nell’attività di formazione: è l’ascolto e l’interazione.
Anche qui, non c’è una versione buona e una versione cattiva: lo dico io stesso perché mi sono trovato in contesti dove avevo delle aule con persone numerose e delle aule che io definisco delle masterclass, cosa voglio dire: intendo dire che quando tu devi scegliere il percorso di formazione devi chiederti ma quanti siamo durante questo corso,siamo in 10000 siamo 100, siamo in 50 o siamo 10/ 15 persone.
Qual è la differenza sostanziale, è sempre legata al tuo obiettivo perché se io sono in un aula e mi piace definirla perché è così che si definisce generalmente una masterclass, ma questo è che l’unico termine anglosassone che tiro fuori : significa il fatto di essere in pochi ed avere la possibilità di interagire con i docenti che incontri fare la domanda e e non solo, se tu ci pensi, secondo te, per quanto possa essere attento un docente potrà, mai ricordare di centinaia di persone magari di creare dei collegamenti nella domanda che hai fatto impossibile invece quando sono poche persone quasi in automatico, dico io, in prima persona quando mi trovo in un’aula di poche persone quando mi trovo in aula numerosa cioè non c’è niente da nascondere è così : io ascolto una domanda e quindi se sono in pochi avanti quando parlo quando racconto qualcosa ritrovo un riferimento alla domanda che mi è stata posta e fornisco quelle informazioni successive alla persona che me le ha chieste e anche l’interazione questo mi consente e consente a te soprattutto, che stai seguendo un corso, di trarre il massimo da quel tipo di formazione e questo è un punto fondamentale,altrimenti si rischia che, che non c’è,ribadisco, scusa se insisto su questa cosa Sergio,non c’è il buono e il cattivo è soltanto noi, quello che vogliamo fare,però,dico si rischia poi di essere davanti a, come essere al cinema, di vedere un video, che è di vedere un video quando ci troviamo in un aula numerosa: invece in aula più composta di poche persone si favorisce questo,a cui esci di meglio.Altrimenti non è che dici tu fermi, lo fai e non riesci a fare domande con praticità.
Il numero 3 l’elemento numero 3 sono i punti di vista: il punto di vista che cosa significa ? Significa che in questo caso visto che parliamo di Home Staging e poi magari, aggiungi tu qualcosa, Sergio,che hai ovviamente il punto di vista generale su quello che succede sul mercato.
Ma noi abbiamo bisogno di una preparazione delle volte multidisciplinare in questo caso nel presentato dell’home stager ancora di più: perchè di base è un consulente di marketing perché deve avere una strategia e per strategia deve avere competenze diverse e queste cose le può avere con un solo docente è difficile che accada e lo dico contro di me nel senso che uno può venire con me come a fare solo il percorso di home stager, non sono un home stager,non lo faccio trasparire però è per dire, non vorrei che alla fine si creasse una fotocopia di Giuseppe Franco non è quello il modello ideale,perché ognuno poi deve crearsi una propria visita professionale per una serie di motivi,uno tra questi anche a livello comunicativo se tu sei la copia di un’altra persona a livello comunicativo non fai altro che dare più potere, passami il termine,alla persona dove hai copiato, tu sarai sempre in secondo ordine, perché non hai un stimolo,una tua identità sarai una fotocopia il testo originale è il testo originale non si discute,la fotocopia è una fotocopia. Tu non devi diventare una fotocopia. La metafora che uso sempre, è quella delle api: tu devi andare a prendere il miele, il polline da diversi fiori per poi fare tu il miele, la tua formula:quindi questo significa un percorso dove ai più docenti in modo che ci si possa confrontare: io per esempio soffermandoci all’ Home Staging School, do un mio punto di vista dove le indicazioni principali chiaramente l’inversione fondamentale e basilare di macchine comunicazione di questo caso e poi do anche il mio punto fisso che non deve essere preso per oro colato deve essere solo e soltanto il mio punto di vista e poi tu che mi stai seguendo che sarà in aula,a seguire o tu che scegli il tuo percorso di formazione devi prendere di quello che ti piace che ritieni più vicino a te stesso Giuseppe Franco in questo caso, e di altri insegnanti in modo da poter tirare furori una tua identità professionale,quindi obiettivo ascolto e interazione e punti di vista.
Credo di aver dato degli spunti, si un excursus assolutamente completo.
Per riassumere, è assodato che la formazione sia importante, abbiamo detto che se si fa una scelta di “vita”professionale la formazione è l’elemento discriminante nell’avvio nell’avvicinamento alla professione: ed è importante da come si è raccontato una scelta consapevole e ragionata.
Quindi la valutazione che deve essere fatta, informandosi chiedendo interagendo eccetera è : sulla scuola, la sua storia, i docenti, il programma didattico, la location,l’esperienza di contorno il post percorso formativo e volendo riassumere tutto questo in una formula è l’attinenza l’attenzione che la scuola pone alla concretezza del percorso formativo.
Il mondo è bello perché è vario e ci sono tantissimi modi di approcciarsi, ci sono situazioni in cui uno può trovare quel conforto anche in comunità,in gruppi o altro ma anche bisogna essere molto pragmatici a dire che sul mercato si va singolarmente o con qualche collaboratore,ma in ogni caso si gioca la partita laddove c’è una controparte che deve essere convinta a lavorare con noi e diciamo brutalmente a pagarci a fine corsa.
E questo è un mantra da non dimenticare, che una scuola seria deve continuamente ricordare sia nell’aspetto di preparazione didattica che nell’aspetto dei contenuti, poi nella prossima pillola vedremo, con la coordinatrice didattica di entrare più nel dettaglio,di che cosa sono questi principi della costruzione di un percorso formativo ma con Giuseppe, mi piaceva verificare la la modalità di scelta la modalità di anche decisione poi, perché c fatto salvo che uno capisce che il corso deve fare, deve anche decidere come quando e come affrontarlo.
Certo, certo se posso aggiungere qualcos’altro sulla base di quello che stavi dicendo, mi vengono fuori un paio di cose sicuramente la scelta, è quello che dici tu è esatto, perché poi alla fine io devo valutare i pro e i contro in base al mio obiettivo professionale. Siccome parliamo di professione, siccome parliamo di business, stiamo, hai citato l’elemento community: comunità anche lì bisogna stare attenti nel senso che quando lo facciamo,perché a noi piace come esseri umani far parte di gruppo, perché se facciamo parte di un gruppo ci sentiamo bene,stiamo meglio c’è quello che ci dà la pacca sulle spalle che va benissimo, attenzione però quando noi stiamo comunicando verso l’esterno e siccome stiamo parlando di business e dobbiamo trovare dei clienti in base a quello che noi stiamo comunicando dobbiamo stare attenti perché lì si può creare una sorta di delusione quasi imposta da noi, perché dico questo, dico questo perché io magari sono all’interno del mio gruppo che mi dice vai Giuseppe, sei bravo sei capace eccetera ma e comincia a comunicare in un modo magari quindi abbraccia non so, Instagram piuttosto che Facebook,racconto la mia vita ma la sto raccontando al mio amico di gruppo e non lo sto raccontando come dovrei nei confronti invece di quello che il mio target finale e che cosa succede questo ?che poi quando mi capiterà di fare davvero il mio primo allestimento il mio primo intervento professionale potrei beccare un rifiuto e lo becco sicuramente perché è normale che si beccano dei rifiuti non sto dicendo che non esistono strategie precotte,assolutamente no, non esistono parti segreti degli immobili non esistono queste cose,esiste la concretezza esiste,che quando ti deve relazionare con il tuo cliente deve vedere altre cose che non sono soltanto riempirsi la bocca con parole brand identity,personal branding eccetera eccetera, che ci sono, funzionano per carità, ma servono altre cose, per cui tu ti becchi questa doccia fredda perché non tu sei abituato.
Anzi questo è un elemento fondamentale perché noi siamo anche degli esseri umani,siamo prima di tutto degli essere umani e quando ci becchiamo poi questa goccia fredda in ripetizione, poi diciamo ma cosa abbiamo sbagliato,in realtà è il contesto e realtà quello che ci siamo creati, una falsificazione della verità.
Giuseppe è giustamente un docente,un coach per cui, vive molto spesso anche con le nostre spalle.Ha fatto, molto spesso dei percorsi di affiancamento e quindi dice queste cose a ragion veduta.
E’ assolutamente vero,un corso ti prepara, ti avvia ma non ti risolve poi come dire la forma del business.
Non ti puoi sedere ad aspettare che ti suoni il telefono, ma ti devi rivoltare le maniche,sporcarsi le mani come si dice e andare a prenderti anche qualche facciata, qualche porta in faccia.
Ma questo fa parte della formazione fa parte della costruzione del professionista, nella consapevolezza quindi, anche nella fase istruttoria,nella fase iniziale di preparazione, deve essere quindi perseguito l’obiettivo del mix tra tecniche modalità e pragmaticità e concretezza.
Io vorrei chiudere l’intervista,la chiacchierata sulla parola concretezza: la raccomandazione è : siate concreti con voi stessi con i vostri limiti con le vostre capacità, i vostri talenti e siate concretamente precisi nella individuazione del percorso di formazione.
l’importante è che lo scegliate bene, perché quello è il primo passo e come nel Home Staging si dice che non c’è una seconda occasione per fare una bella figura anche la prima volta,anche la formazione è un bel punto di partenza.
Assolutamente direi consapevolezza e concretezza assume.
Ottimo,ottimo io voglio ringraziare Giuseppe,e anche tutti voi per averci ascoltato.
Come sempre se avete voglia di mandarci suggerimenti commenti e critiche o anche suggerimenti appunto di argomenti che vorreste sentir raccontare e sentire approfondire, vi invito a continuare ad ascoltarci e alla prossima pillola che entrerà poi nel dettaglio. So che siete sempre curiosi di conoscere anche dettagli andremo anche nei dettagli.
Grazie ancora Giuseppe, grazie a te Sergio, un saluto a tutti quelli che ci stanno ascoltando.
LINK E CITAZIONI:
Il sito di Giuseppe Franco
=> www.giuseppefranco.it
La pagina dell’Home Staging School
=> www.homestagingschool.it/corsi/
——
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